
Ora capisco perché gli americani sono maestri nel costruire commedie sul tema dell’amore, in tutte le sue possibili sfaccettature, dai primi passi, al tradimento, all’abbandono. Questo non perché loro siano dei geni della pellicola romantica ma solo perché noi italiani siamo davvero modesti, per non dire pietosi. Un esempio lampante della scarsa qualità nostrana è il film Voce del verbo Amore, opera seconda di Andrea Manni già regista del Fuggiasco nel 2002. Film davvero banale quello confezionato da Manni e da Maurizio Costanzo, sceneggiatore per l’occasione, con due protagonisti al di sotto del loro potenziale (alto per Pasotti, medio-basso per la Rocca) e una storia vista e rivista più volte senza ne capo ne coda. Un consiglio evitate accuratamente di vederlo, nemmeno a noleggio.
Nessun commento:
Posta un commento