
Questa pietra miliare del buongusto toscano si caratterizza per avere tuberi di media pezzatura, di forma tonda ovale, con epidermide di colore rosso scuro. Il suo forte legame con il territorio, che vede questa patata casentinese crescere ad altitudini ed in terreni "difficili", e che costituiva un tempo la sua grande forza, ha costituito durante il consumismo dei giorni nostri il suo punto debole. A confronto con le varietà provenienti dai paesi esteri, sempre più facili da reperire sul mercato, e di maggior produttività, la Rossa di Cetica è stata sempre più relegata ad ambiti marginali. In poco più di 20 anni si era persa la consuetudine di rinnovare le semine ad alta quota, provocando così una sorta di "invecchiamento" dei tuberi, e la loro perdita di forza e di salute. Solo nel 2000 ha inizio il progetto di recupero della Patata Rossa di Cetica, promosso e sostenuto dalla Provincia di Arezzo e dall'ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione nel settore Agricolo e Forestale) con la collaborazione dell' Università di Firenze, della Comunità Montana del Casentino, del Comune di Castel San Niccolò, e degli abitanti di Cetica. Tutto ciò ha portato di nuovo nelle nostre tavole un prodotto davvero eccelso e inimitabile. Noi dell’Ignorante consigliamo un viaggio tra i sapori del Casentino, proponendovi un abbinamento enogastronomico composto da tortelli di patate con burro e parmigiano accompagnato da un ottimo CastelPoppi 2004.
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