
L’ispirazione alla canzone nasce dall’archivio epistolare del Manicomio di Volterra degli inizi del 900’. Lettere quelle scritte dai pazienti che non potevano “oltrepassare” i muri dell’Istituto, visto che un regolamento manicomiale dell’epoca vietava ai pazienti di avere contatti con il mondo esterno.
La canzone sanremese fa parte del nuovo disco di Simone Cristicchi (il secondo dopo il grande successo con il tormentone “Vorrei cantare come Biagio Antonacci”) dal titolo “Dall’altra parte del cancello” a cui è allegato un dvd contenente un documentario nel quale il cantante romano racconta il suo viaggio nelle ex strutture manicomiali italiane.
Il tema del disagio mentale è da tempo oggetto dell’attenzione di Cristicchi, già da due anni impegnato in un tour teatrale con lo spettacolo"Centro di Igiene Mentale", da cui è stato tratto anche un libro in uscita in questi giorni.
Noi dell’Ignorante vogliamo citare una parte della canzone di Simone per sottolineare la profonda sensibilità dell’artista nel descrivere lo stato di sofferenza e disagio vissuto dai malati di mente, lasciati soli da una società capace solo di emarginarli e non cercare almeno di comprenderli per capire quanto queste persone possono dare al prossimo.
“ Mi chiamo Antonio e sono matto Sono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino Credevo di parlare col demonio Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio Ti scrivo questa lettera perché non so parlare Perdona la calligrafia da prima elementare E mi stupisco se provo ancora un'emozione Ma la colpa è della mano che non smette di tremare Io sono come un pianoforte con un tasto rotto L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi E giorno e notte si assomigliano Nella poca luce che trafigge i vetri opachi Me la faccio ancora sotto perché ho paura Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura Puzza di piscio e segatura Questa è malattia mentale e non esiste cura ”
Simone Cristicchi
1 commento:
e chi senò???
baci da sbriciolina.ilcannocchiale.it
Posta un commento