
La mostra, organizzata da Ferrara Arte, è curata da Geneviève Lacambre, conservatrice del Musée d'Orsay di Parigi. Le opere, disposte in ordine cronologico- didattico, ripercorrono i momenti salienti di quella eccezionale stagione artistica, facendola rivivere attraverso alcuni dei suoi temi più ricorrenti: la vita e la morte, lo scorrere del tempo, il sogno e la riflessione, il mistero e i grandi miti.
La prima sezione della mostra è dedicata ai "precursori" del movimento, quegli artisti visionari che, poco dopo la metà dell'Ottocento, anticiparono la sensibilità simbolista creando opere gremite di simboli e raffinate allegorie. Convinti che la pittura non dovesse limitarsi a fornire una trascrizione della realtà e della natura, essi recuperarono la lezione dei maestri del passato e scelsero di indagare le dimensioni dell'interiorità, dell'immaginazione e del sogno. Tra loro spiccano: Moreau, Puvis de Chavannes, Böcklin, Rossetti, Burne-Jones e Rops.

La seconda sezione della mostra presenta i più importanti protagonisti di questa stagione, tra cui: Redon, Gauguin, i Nabis, gli artisti della Rosacroce, tra cui Khnopff e Delville, gli animatori delle esposizioni del Groupe des XX e quelli della Libre Esthétique a Bruxelles, che ospitarono anche Rodin, Klinger e Beardsley, e, infine, i tedeschi Thoma e Von Stuck, gli artisti dell'Europa dell'est e Munch. La parte conclusiva della mostra illustra il perdurare dell'estetica simbolista oltre la soglia del Novecento. Accanto ad alcuni celebri maestri italiani, come Previati, Segantini e Pellizza da Volpedo, in questa sezione sono presenti Kupka e Mondrian, con opere del loro primo periodo simbolista, Munch, con due capolavori della maturità e, infine, gli artisti gravitanti nell'ambiente della Secessione viennese. Fra questi, List, Hodler e Klimt.
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