
Sabato sera siamo stati a vedere Roberto Benigni al Centro Affari, eravamo in quattro mila, è stato uno “spettacolo” nel vero senso del termine!
Benigni ritorna nella sua terra d’origine per “cantare” l’amore di Paolo e Francesca e la sua “Lectura Dantis” ha un non so che di speciale.
Il prologo è stato dedicato interamente all’attualità, ha detto di Berlusconi: ‘si crede Gesù ma non trova un erede’ e di Romano Prodi: ‘Romano una spia del Kgb? Come dire che Luxuria è una spia del Vaticano’. Benigni passa dall’invettiva tagliente al ricordo di fatti che hanno segnato la storia dell’umanità, stigmatizza l'atto di vandalismo a sfondo antisemita che si e' verificato proprio ad Arezzo e critica il negazionismo: 'Come si fa a negare tutto cio' che sappiamo e abbiamo visto, e' come negare che c'e' il sole'. Poi comincia l'interpretazione del quinto canto dell'Inferno, quello in cui Dante incontra i due amanti infelici. Ricorda brevemente la loro storia, il loro innamoramento impossibile, lei, moglie del fratello di Paolo, fratello che Benigni descrive come bruttissimo: 'A quei tempi si faceva cosi', le famiglie stipulavano un contratto di matrimonio. In quel caso fu come se oggi ti portassero un contratto di matrimonio con George Clooney e poi tu ti ritrovassi a letto con Bruno Vespa'. Roberto Benigni legge il canto, che contiene alcuni dei passi piu' celebri e conosciuti di tutta la Divina Commedia, con grandissima commozione, immedesimandosi quasi fino al pianto nel poeta che ascolta le pene d'amore di Francesca. Lo spettacolo è durato più di due ore e Benigni non si è fermato un attimo… Una vera forza della natura. Poi lunghissimi applausi.